IMI uno spaccato di storia del 900

News 07/03/2024

Le classi terze della secondaria incontrano testimoni

Prosegue l’approfondimento di storia del 900 rivolto alle classi terze dell’IC11 con un incontro di testimonianze dirette. Lo scopo è far luce su un periodo fosco della storia non solo italiana, la seconda guerra mondiale e in particolare far conoscere ai giovani la sorte toccata ai soldati italiani dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. In circa 800000 furono catturati dai tedeschi e dovettero scegliere tra un sì, se continuare a combattere con i nazisti o se optare per il no e, nell’impotenza del governo fantoccio di Mussolini, essere ceduti come lavoratori forzati alla Germania e agli stati ancora sottomessi per essere internati e sfruttati. La torretta di controllo diventerà così il loro incubo ed è oggi simbolo di internamento, le baracche sporche la loro dimora, le razioni di cibo punitive e scarsissime li avrebbero resi talmente scheletrici da essere irriconoscibili. Furono infatti sottratti alla protezione della Convenzione di Ginevra riservata ai prigionieri militari. Davanti all’impellenza di una scelta una parte di loro firmò per il sì, mentre tre quarti decisero per un no che fu definito da Alessandro Natta “L’altra resistenza”. Per gli internati, malnutriti e costretti al lavoro coatto la conseguenza fu di stenti, fame, malattie. A molti toccò la morte sia lontano da casa che al rientro. Alcune storie si conclusero con il ristabilimento in salute e con un lungo silenzio che per tante famiglie permane, restò per molti un fatto poco noto.

È la dirigente Isa Settembrini a introdurre l’incontro che va a concludere il progetto coordinato dalla professoressa Michela Grasselli. A rappresentare ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) sono invece i testimoni in quanto discendenti o parenti di Internati Militari Italiani. Margherita Cavalagli racconta la storia del suocero Bruno Terzetti, mentre Luigi Ciotti e Alberto Lavoratori sono entrambi figli di ex internati e riportano ciascuno la vicenda del proprio padre. Come altri nelle loro condizioni, e come molti tra gli studenti e i docenti, hanno raccolto in famiglia le testimonianze orali e gli oggetti e documenti privati di una vicenda che ha coinvolto nel complesso oltre 600000 militari che al momento dell’armistizio erano arruolati in vario grado e furono catturati dai tedeschi dopo essere stati lasciati allo sbando da Badoglio e dal re. Emerge una storia di cui si è cominciato a parlare e fare divulgazione molto tardivamente, spesso quando i protagonisti diretti erano già morti. Il lascito morale è ora passato agli eredi e all’associazione che essi rappresentano e che fu fondata all’indomani delle fine della guerra.

I nostri ospiti invitano i ragazzi a coltivare l’impegno e lo studio e i valori della costituzione, a non cadere nelle fake news, ricordando che durante il ventennio i falsi comunicati erano all’ordine del giorno, c’erano la censura e pochi messaggi ingannatori venivano recapitati alle famiglie degli internati.

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